Capalbio Contemporary Art
14 ottobre – 5 novembre 2017
Palazzo Collacchioni, Capalbio GR
a cura di
Davide Sarchioni, Maria Concetta Monaci in collaborazione con Dimitri Angelini.
Collettiva
Il comune di Capalbio e l’Associazione Culturale Il Frantoio sono lieti di presentare “Undisclosed stories. Capalbio Contemporary Art”, la mostra collettiva ideata in occasione dei venti anni di attività de Il Frantoio, allestita a Palazzo Collacchioni, per tutti “Il Castello”, ovvero l’edificio simbolo di Capalbio.
La mostra nasce come omaggio a Capalbio e ai suoi suggestivi paesaggi, alla sua peculiare Storia di “terra di frontiera e di passaggio” costruita sulla base di continue migrazioni e sulla convivenza di apporti culturali differenti. Un omaggio reso attraverso l’arte contemporanea in tutte le sue forme.
Accanto ai lavori di Piero Manzoni, Arman e Mimmo Paladino, importanti e diversi punti di riferimento dell’arte nel mondo, si affiancano quelli altrettanto significativi di Bruno Ceccobelli, uno dei più conosciuti esponenti della cosiddetta “Scuola di San Lorenzo”, di Sauro Cardinali, Tiziano Campi e di H.H.Lim.
Tra gli stranieri Thomas Lange, fra i protagonisti negli anni ‘80 dei “giovani selvaggi” di ex-Berlino Ovest, Masuda Hiromi artista giapponese che realizza poetiche opere di vetro soffiato nei laboratori dei maestri vetrai di Murano e di Mutsuo Hirano, anch’egli giapponese trapiantato in Germania e ora stabile in Italia. Si prosegue con gli interessantissimi e pur differenti artisti romani Sandro Mazzucato, Bruno Pellegrino e Antonello Viola. I milanesi Francesco Di Luca, Gianni Moretti e Caterina Tosoni. Il napoletano Christian Leperino.
La fotografa è rappresentata da Pietro Pasolini, Francesco Minucci e i “capalbiesi” Nicola Cariati e Dimitri Angelini, anche curatore di eventi al Frantoio.
Ampia la presenza di artisti grossetani quali Matteo Maggio, Pietro Corridori e Germano Paolini e di coloro che hanno da tempo lasciato la maremma avendo deciso di lavorare altrove come i giovani e promettenti Luca Grechi e Lapo Simeoni.
Massimo Biondi con le sculture totemiche d’ispirazione metafisica, Carlo Maria Nobile ed i suoi ritratti naïf, Goffredo Ademollo Valle, in arte Dedó, esponente della New Pop Art italiana, tra gli artisti già noti al pubblico di Palazzo Collacchioni, essendo qua già ospitati in mostre personali e collettive e Fe con i suoi disegni.
Degne di nota le opere site-specific appositamente ideate e realizzate per gli spazi di Palazzo Collacchioni. La prima è l’installazione monumentale esterna di Valentina Palazzari, artista di base a Roma che, interessata alle proprietà fisiche e alle qualità estetiche dei materiali metallici, ne approfondisce al massimo grado le possibilità formali forzandone il potenziale altamente suggestivo e poetico. La seconda è la scultura dalle forme organiche di Antonio Barbieri, artista emergente di base a Grosseto.
Tra arte e design troviamo Orsina Sforza e la magia delle sue lampade-sculture, il gruppo Bo.Ca con le loro dirompenti installazioni luminose, Silvia Franci ed il suo progetto di recupero del centro storico Ri.Centro Capalbio, la stilista Irene Silvestri con le singolari creazioni outfit ed il duo Auro & Celso Ceccobelli maestri della ceramica Raku.
Lancia un forte monito sociale l’artista italo-kenyota Armando Tanzini, attento all’ambiente con forme animali riprodotte od evocate nei suoi lavori.
Impegno e solidarietà anche per l’opera corale “La Coperta delle Donne” di Progetto Donna, installazione costituita da tanti quadrati di unica dimensione realizzati nelle diverse tecniche del ricamo, maglia, ecc. da donne di Capalbio, Grosseto, Malindi, Trieste unite nell’intento di realizzare un manufatto che le leghi aldilà di distanze, differenze culturali e sociali e che venduto o messo all’asta consentirà di aiutare una organizzazione NO PROFIT impegnata “al femminile”.





